Tacchino alla canzanese
Questa pietanza, gradevole e raffinata, può assurgere a simbolo della gastronomia teramana, visto il ricevuto onore di essere tra le provviste della prima spedizione sulla luna, comandata da Armstrong - in quanto cibo nutritivo, saporito e a lunga conservazione.
- Preparazione
Disossare il tacchino (togliendo solamente le budella e il ventriglio) avendo cura di pulirne bene la parte della coda. Mettere il magro in acqua fredda per almeno 2 ore.
Tolto dall’acqua sistemarlo su un panno pulito, salarlo e peparlo moderatamente inserendovi 1 foglia di alloro. Tagliare a pezzetti 1 spicchio d’aglio e passarlo sul tacchino, unendovi le altre 2 foglie d’alloro e il rosmarino.
Richiudere il tutto e cucire i lembi della pelle con ago e filo, per evitarne la scomposizione durante al rottura. Versare una pentola di acqua bollente sulla carne, che sarà stata già posta in una pentola (possibilmente smaltata).
Aggiungere gli ossi dopo averli pestati (e si ricordi che per una buona gelatina occorrono ossa o nervi e ginocchio di vitello). Mettere al forno molto caldo per circa 5 ore, non girando spesso, perché tacchino ed ossa si coloriscano ben bene.
A cottura ultimata, sistemate il tacchino in un tegame e togliere il filo. Passate il sugo rimasto nel tegame di cottura attraverso un passino, sgrassarlo e lasciarlo gelare insieme alla carne.