L'Erede

Le origini di questo rituale celebrato l'ultimo giorno di Carnevale, festività di cui indossa le valenze, si perdono nel tempo.

E' un antico rituale di presentazione pubblica del primo figlio maschio nato nella famiglia, l'Erede appunto, profondamete legato al territorio di riferimento ed esclusivo della comunità che lo celebra. Prevede un corteo che prende avvio nelle prime ore del pomeriggio e composto da attori rituali cui compete l’esecuzione delle azioni rituali previste, ripetute davanti ad ogni abitazione del primogenito destinato al festeggiamento; il divieto d’esecuzione di qualunque attività economica per tutta la durata del rito; la partecipazione di tutta la comunità, autorità locali incluse.

Gli attori rituali sono tutti giovani uomini travestiti: abiti, oggetti utilizzati ed azioni rituali riferiscono tutti alla nascita ma anche al mondo ctonio riflettendo quell’ambivalenza propria dei riti legati al mondo agro-pastorale volti a propiziare la vita secondo la sequenza morte/rinascita. Momento centrale del rito è l’esecuzione della canzone dell’Erede nella quale il Poeta, a dorso di mulo, narra in tono critico e burlesco gli eventi significativi della casata di appartenenza del bimbo festeggiato e nella quale, il bimbo festeggiato, viene denominato, e socialmente identificato, attraverso il soprannome attribuito dalla comunità alla sua famiglia di appartenenza.

E' un rituale che si svolge sempre e comunque, nascite permettendo, esprimendosi in una festa amatissima dagli abitanti che la sentono come propria e la difendono con orgoglio. Numerose sono le famiglie che pur vivendo e lavorando lontano dal paese vi tornano per l'occasione.

Fonte: Elisabetta D’Ambrosio Persistenza rituale di tradizione geo-etnica in una comunità del Parco Gran sasso e monti della Laga nella dialettica locale/globale: aspetti etnografici e socio-antropologici de L’Erede, rituale di presentazione pubblica del primogenito a Nerito di Crognaleto (Te), Università degli Studi di Teramo, 2006.